La medaglia, nuova forma d'espressione artistica, nacque nel Rinascimento, periodo nel
quale l'esaltazione dell'individuo spingeva gli uomini a tramandare in ogni modo il loro
ricordo: a tale scopo ben si prestava la medaglia, che, a differenza della moneta, poteva
portare l'effigie di un privato. Le medaglie venivano realizzate per immortalare le opere
e le fattezze dei Signori dell'epoca onde eternarne la memoria e le grandi corti le
utilizzarono largamente, creando una vera e propria moda, tanto che grandi artisti si
fecero medaglisti per accontentare le numerose richieste.
Fu proprio la larga diffusione delle medaglie a creare i primi collezionisti già nel XV
secolo, mentre crescente era il numero degli estimatori della nuova forma d'arte e degli
studiosi che ad essa si votavano. Nel 1756 appariva a Venezia un testo dal titolo
"La scienza delle Medaglie" di Padre Alessandro Pompeo Berti, il quale era
solo il traduttore di un'opera del gesuita francese Luis Jobert. Egli scriveva nella
prefazione: " Io non intendo qui far l'elogio della scienza delle medaglie,...
diró solo meritare la medesima stima, ed applicazione che merita la storia, la quale non
ha più sodo Monumento della medaglia, per provare la verità dei suoi racconti. Anzi la
medaglia stessa ci dice alcune particolarità, le quali non ci ha conservato la Storia.
... Nella Scienza delle Medaglie tutto è ameno, l'estension n'è vastissima, gli oggetti
di tutte le Scienze e di tutte le Arti sono di sua giurisdizione".
Frutto di una raccolta privata
è il Medagliere del
Risorgimento presso il Museo Storico della Città di Bergamo e più precisamente
della paziente ricerca del conte Giovan
Battista Camozzi Vertova (1818-1906), patriota bergamasco, primo Sindaco di Bergamo e
Senatore del Regno. Il conte ebbe a spiegare le motivazioni di questa sua raccolta
nell'introduzione al catalogo per l'Esposizione Generale Italiana di Torino del 1884:
L'idea
direttiva del Medagliere Camozzi Vertova fu quella di mettere insieme, per quanto è stato
possibile, tutte quelle medaglie, anco di esteri paesi, che ricordassero gli avvenimenti,
che si svolsero in Italia, cominciando dall'epoca fatale nella quale, cadendo il primo
impero francese, cadde pure quell'embrione di Regno
Italico che Napoleone I aveva ideato, ma che non volle o non seppe costruire. (...) Da
essi [documenti e cimeli del Risorgimento N.d.R.] apparirà al certo che la
nostra redenzione non fu opera facile, né ottenuta senza pene e gravosi sacrifici, i
quali è pur bene di tratto in tratto rammemorare affinché il paese non si assopisca
nell'indifferenza, ma si mantenga ferma in quel sentimento di dovere verso la patria,
tanto necessario perché giunga a quell'altezza e prosperità, che le desiderarono coloro
che si sacrificarono per essa".
A motivare Vertova era dunque più l'intento pedagogico che il gusto del semplice possesso
dell'oggetto.
Lo stesso tipo di motivazione spinse i suoi eredi a donare il Medagliere al Museo del
Risorgimento, una prima parte nel 1916 e nel 1921 una seconda. Per motivi di spazio il
Medagliere non trovò subito sistemazione nei locali del Museo allora presso l'Ateneo, ma
venne momentaneamente trasferito presso il Palazzo Municipale, poi alla Biblioteca Angelo
Mai dove rimase fino al 1969, quindi finalmente alla Rocca, allora sede del Museo del
Risorgimento.
Altre donazioni hanno arricchito il Medagliere, che comprende pezzi prodotti dal 1789
ai giorni nostri: tra queste quella del Circolo Numismatico Bergamasco e, ultima in
ordine di tempo, la donazione di Vittorio Lorioli comprendente 1045 pezzi: medaglie dalla
I Guerra Mondiale ai nostri giorni, spille, decorazioni e "targhette per
bastone".
Molti sono gli artisti importanti del XIX secolo, rappresentati in questo medagliere:
tra gli italiani Lavy, Ferraris, Galeazzi, Vassallo, Manfredini, Cossa, Putinati,
Fabris, Zapparelli, Mercandetti, Girometti, Cerbara e Catenacci, solo per citarne alcuni; tra gli
stranieri Dupré, Gayrard, Voigt.
In coincidenza con l'apertura del Museo, il Comune di Bergamo e la Regione Lombardia
(progetto S.I.R.Be.C) hanno avviato la catalogazione informatica del Medagliere,
rendendone possibile la consultazione (fine dei lavori prevista per dicembre 2000). A
disposizione degli utenti sono anche le riproduzioni fotografiche dei pezzi e il vecchio
catalogo del 1970.
Si segnala la recente pubblicazione, edita dal Comune di Milano: Rodolfo Martini, Arnaldo
Turricchia, Catalogo delle medaglie delle civiche raccolte numismatiche di Milano. V.
secoli XVIII-XIX. Stati italinani (1815-1860).